Pur partendo dai principi di base della geoelettrica, questa metodologia apre un nuovo capitolo nella storia delle indagini geofisiche. Anziché utilizzare solo 4 elettrodi come nei S.E.V. tradizionali, l’indagine sul terreno viene realizzata con un set di elettrodi (a partire da un minimo di 16 per arrivare anche a diverse centinaia), distribuiti lungo un profilo a distanza ravvicinata (generalmente qualche metro).
Questi elettrodi risultano collegati tra loro in modo da poter funzionare alternativamente come elettrodi di corrente o di misura. In questo modo, vengono ricavati valori di resistività apparente a differenti profondità e ubicazioni lungo il profilo stesso. Il risultato finale dell’elaborazione di questi dati è una vera sezione in due dimensioni che rappresenta la distribuzione dei valori di resistività nel terreno.
Le applicazioni:
- indagini di dettaglio a piccola profondità per l’individuazione di aree di diffusione di inquinanti
- ricerche archeologiche
- indagini pedologiche
- monitoraggio aree destinate a discarica
- controllo messe a terra
- studi di contaminazione della falda da parte di acqua salata